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Arianna Occhipinti: la “Natural woman” del vino italiano. Intervista

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Coraggiosa, determinata, testarda, Arianna Occhipinti, a trentatre anni, è tra le più giovani vigneron che è riuscita a conquistare i mercati di tutto il mondo, Stati Uniti in testa. L’abbiamo intervistata per farci raccontare la sua storia e il suo modello d’impresa.

Arianna Occhipinti

Il New York Times l’ha definita “Natural woman”, sottolineando la naturalezza dei suoi vini e della sua personalità.

Tra le pioniere del biodinamico, Arianna, oggi coltiva 22 ettari e produce 130 mila bottiglie l’anno nei vigneti della sua Vittoria, cittadina in provincia di Ragusa, dove è tornata dopo l’Università a Milano.

Lei però, non ama farsi chiamare imprenditrice ma agricoltrice, perché è la terra, quella con cui si sporca le mani, il cuore della sua azienda, oggi fra le più importanti in Sicilia.

Arianna, avevi vent’anni quando hai piantato la prima vigna. Oggi, dopo tredici anni, cosa è cambiato?

Sono già passati 13 anni?!

arianna-occhipinti

Senza dubbio l’esperienza accumulata in questi 13 anni è la cosa più importante. Dodici vendemmie alle spalle insegnano più di interi corsi di laurea. Sono stati anni in cui mi sono divertita a sperimentare un po’ in produzione ma senza mai abbandonare quelli che per me sono i valori fondamentali del mio lavoro. Sono stati anni di incontri e confronti, di crescita sotto più punti di vista.

Volevi fare la diplomatica, poi però hai scelto la strada del vino. Quanto la famiglia pensi abbia influenzato sulla tua scelta?

La passione per il vino è nata grazie a un paio vendemmie passate a lavorare per mio zio Giusto, anche lui produttore di vino. Ho dei bellissimi ricordi di quegli anni, mi sono innamorata del contatto con la terra e il vento, della fatica del lavoro nei campi sotto il sole siciliano mista a incredibile soddisfazione, delle storie e dei sorrisi di tutti coloro che da ogni parte del mondo venivano a visitarci; è stato lì che ho capito che volevo fare vino.
E poi fondamentali sono stati i miei genitori: devo ringraziare mio padre per avermi insegnato il significato delle parole “lavoro”, “precisione”, “disciplina” e mia madre per avermi trasmesso coraggio e sicurezza in me stessa.

Natural woman, il tuo primo romanzo di formazione, è anche un punto d’arrivo, una tappa professionale e umana. Qual è oggi, a 33 anni, il nuovo capitolo da cui sei ripartita?

È vero, Natural Woman, segna allo stesso tempo un arrivo e un inizio. Credo che il nuovo capitolo si chiamerebbe “insieme”: per i primi 10 anni della mia attività mi sono molto focalizzata sul mio lavoro, il mio vino, la mia azienda. Negli ultimi anni ho sentito invece il desiderio di aprirmi a realtà associative locali per iniziare a far gioco di squadra. L’obiettivo comune è quello di promuovere e far crescere il territorio degli iblei.

vigneti

Paladina del vino naturale, Arianna Occhipinti è anche un’imprenditrice di successo che ha deciso di ritornare e di investire sulla tua terra.

Quanti ostacoli hai dovuto affrontare per entrare in un mondo dove a dominare sono ancora gli uomini?

Fortunatamente non ho avuto grossi problemi legati al fatto di essere una donna. È stato anche divertente sfatare alcuni miti legati al genere. Qualche problema in più l’ho avuto per il fatto di essere giovane. Nel mondo del vino, credibilità e stima si guadagnano con anni di duro lavoro. Il mondo del vino è fatto di persone pragmatiche!

La Sicilia del vino è anche un modello imprenditoriale dove spesso le protagoniste sono le donne. Un’eccezione rispetto agli altri settori imprenditoriali. Pensi che questo sia dovuto al fatto che il mondo del vino è spesso legato ad una tradizione familiare solida e forte?

È vero, le donne che si occupano di vino e di agricoltura in generale, sono sempre di più e la cosa bella è che la maggior parte delle donne scelga l’approccio biologico e naturale. Credo che in media le donne siano meno legate degli uomini a logiche di puro profitto e più sensibili rispetto a temi etici e ambientali. Se ci pensiamo bene, la donna è generalmente colei che si prende maggior carico dell’accudimento dei figli e dello sviluppo della sfera affettiva; penso che questa predisposizione innata per l’accudimento dia alle donne un approccio diverso anche in agricoltura (anche se non voglio generalizzare!)

C’è un ritorno alla terra che sembra essere più di un trend. Una necessità in tempi di crisi o una nuova era dove la terra ritorna ad essere una grande risorsa?

Né una necessità, né una risorsa. Lo chiamerei desiderio. C’è voglia di tornare a fare le cose per bene e c’è voglia di tornare a ritmi più lenti. Abbiamo assistito negli ultimi anni a pratiche di agricoltura assolutamente discutibili, è aumentata la produzione a discapito della qualità e del rispetto per l’ecosistema, c’è voglia di tornare al passato per alcuni versi e di guardare al futuro per altri. Sono molto contenta che siano soprattutto i giovani ad intraprendere percorsi di questo tipo.

I tuoi vini biologici, biodinamici e naturali, rappresentano un certo modo di fare vino ma anche impresa. Che modello imprenditoriale hai deciso di seguire?

Ho scelto il modello imprenditoriale della “coerenza”, coerenza rispetto ai miei valori e ai miei principi. La mia intenzione non è quella di creare un’azienda di grandi dimensioni, voglio continuare a seguire personalmente ogni fase della produzione.

Cosa fa Arianna quando non sta nella sua vigna?

Faccio una vita normalissima: dedico il tempo extra lavorativo soprattutto alla mia famiglia e ai miei affetti. Mi piace fare lunghe passeggiate nella natura,

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