Drunkoressia, ubriache e affamate: una tendenza diffusa soprattutto tra le ragazze
Cos’è la drunkoressia? Da alcuni anni gli psicologi hanno identificato in questo neologismo – mix tra drunkness e anorexia – una pericolosa tendenza che colpisce soprattutto le giovani donne. Ovvero mangiare sempre di meno e bere sempre di più con effetti devastanti sul corpo e la psiche delle ragazze.

Alzi la mano chi non ha mai incontrato almeno una volta a settimana all’ora dell’aperitivo, specie se in una grande metropoli, la classica bella ragazza filiforme che al posto di servirsi dall’abbondante buffet, si accontenta di due tristi carotine e un gambo di sedano senza pinzimonio. E che al posto di sorseggiare con moderazione si abbandona al binge drinking, ovvero alla consumazione compulsiva di grandi quantità di alcol sotto forma di spritz o di cocktails.
Champagne, spritz, vino, birra e cocktails fanno ingrassare. Per rimanere magre, senza rinunciare a fare festa, queste giovani donne saltano i pasti a favore di una bevuta alcolica.

Il termina Drunkoressia è un neologismo che ha cominciato a circolare sui blog delle celebrities americane qualche anno fa per prendere in giro la nuova di generazione di starlettes di Hollywood così esili da non reggere neanche un paio di bicchieri di vino bianco nelle serate di gala. Il New York Times ha poi ripreso l’appellativo, una contrazione anglosassone fra la parola sbronza (drunkness) e anoressia (anorexia). Anche se non è ancora riconosciuto dalla medicina ufficiale il termine indica un nuovo anomalo e pericoloso comportamento alimentare diffuso fra le adolescenti e le giovani donne: mangiare poco fino a digiunare, assorbendo così maggiori quantità di alcol. Assegnare l’apporto nutrizionale quotidiano all’alcol, notoriamente calorico, invece che al cibo. E’ una modalità altamente tossica di controllo ossessivo del proprio peso corporeo.

Alice ha 27 anni. E’ una bella ragazza, snella, sempre impeccabile nel modo di vestire. Lavora a Milano per un’agenzia di comunicazione, la sua vita sociale è un susseguirsi di feste, eventi, e vernissage. Alice ama il vino bianco, gli aperitivi, i cocktail; beve alcolici più volte alla settimana, spesso esagera. Vuole rimanere snella, così si affama. Prima delle uscite, infatti, non mangia. Il suo trucco: concedersi dei shot di tequila e di vodka al posto della cena. Non si rende conto che è a rischio drunkoressia e non è certo un caso isolato.
Uno studio, pubblicato alla fine del 2013 presso l’Università del Missouri, ha lanciato l’allarme:”una studentessa americana su sei salta la cena prima di uscire la sera.” In Italia questa pericolosa deriva interessa oltre 300mila giovani che combinano alcol e digiuno. In media si tratta di adolescenti fra i 14 e i 17 anni.
Come si è arrivato a tanto? “Perché i produttori di alcol come quelli di tabacco in passato hanno reso desiderabile il consumo di alcol presso le giovani donne”, dice Vitantonio Scagliusi, psichiatra del Sert di Piacenza e specializzato in nuove dipendenze. L’aumento del consumo presso questa fascia di popolazione ha coinciso con la diffusione della pubblicità di bevande alcoliche su Internet, l’esplosione dei social network, le happy hours e gli aperitivi quotidiani. Insomma, bere non è mai stato così figo. Tuttavia “le ragazze che diventano drunkoressiche soffrono di una bassa autostima, in esse si riscontrano spesso elementi depressivi: la noia, la tristezza, l’insoddisfazione”, osserva il medico del Sert.

Un disagio per il quale si tende a bere maggiormente pur mantenendo una rigida vigilanza nei confronti della “linea”. Le giovani drunkoressiche sono informate, sanno che l’alcol contiene molte calorie e che questo consumo potrebbe compromettere il loro peso. Così optano per una soluzione semplice: sostituire le calorie degli alimenti con quelle dell’alcol. Lo psichiatra del Sert conosce bene questo fenomeno. “E’ preoccupante avere a che fare con così tante ragazze, spesso di buona famiglia e ben istruite, “fissate” dalla loro apparenza fisica ma che si distruggono di alcol. Nelle nostre società si valorizza ad oltranza l’apparenza, il consumismo: l’alcol è per le giovani donne un modo per spezzare la pressione quotidiana”.
Il digiuno delle drunkoressiche è quindi una forma di anoressia? “Piuttosto è un’anoressia opportunistica – dice il dottor Scagliusi – Le vere anoressiche sono così fissate con il peso che evitano di bere bibite caloriche. Si tratta però di una malattia collegabile al circolo vizioso “anoressia-bulimia” dove le pazienti alternano episodi di privazione estrema a momenti di totale abbandono nei confronti del cibo o dell’alcol in questo caso”.
Anche Francesca, come Alice, è a rischio drunkoressia. Francesca è una giovane manager in carriera. E’ molto magra e da anni si ubriaca quasi ogni sera al pub con i colleghi (quasi tutti uomini). Come Alice non ritiene di avere problemi legati all’esplosivo binomio dieta-sbronza. Per il dottor Scagliusi ciò non è sorprendente:”La maggior parte di queste pazienti non sono diagnosticate. Gestiscono la loro vita mantenendo un peso ridotto ma non si trasformano in scheletri ambulanti, raramente si inabissano completamente nell’alcol e nell’anoressia e quasi mai vengono ricoverate in strutture specializzate”.
Molte delle giovani a rischio drunkoressia sono studentesse nelle business school o lavorano nel campo della comunicazione, dei media, della televisione, tutti ambienti a rischio. Brillanti nelle loro carriere, la crescita delle loro responsabilità professionali spesso coincide con un aumento del loro consumo di alcol. “Alcune vengono a chiedere aiuto ai consultori specialistici ma rifiutano ricoveri e terapie”, spiega lo psichiatra del Sert.
Sottovalutare questo disagio è molto rischioso perché “non c’è nulla di più pericoloso del consumo cronico di alcol – specifica il dottor Scagliusi – L’alcol può servire da ansiolitico a breve termine ma a medio termine ha comprovati effetti ansiogeni”. I rischi per il fisico sono gravissimi, bere molto e mangiare poco può portare a uno squilibrio nutrizionale e a carenze idro-saline oltre a disturbi metabolici, diabete, epatite e problemi digestivi.
Sul versante psicologico i rischi sono altrettanto allarmanti. “E’ stato dimostrato che il consumo acuto di alcol danneggia fortemente il cervello, se a digiuno è ancora peggio perché un cervello in ipoglicemia è più vulnerabile e i rischi di coma etilico si decuplicano. Senza parlare dei rischi di incidenti stradali e di comportamenti sessuali irresponsabili: nel lungo termine i danni neurologici sono irreversibili con perdita di concentrazione, ansia e depressione”, dice Vitantonio Scagliusi.
Infine, secondo il NIAAA, l’istituto americano sull’abuso d’alcol e sull’alcolismo, le donne sono più esposte ai problemi di salute alcol-correlati perché fisiologicamente non lo metabolizzano come gli uomini. “Le donne infatti hanno una concentrazione di tessuto adiposo maggiore e meno acqua nell’organismo, e soprattutto possiedono una quantità minore dell’enzima preposto alla metabolizzazione dell’alcol”, conclude lo psichiatra del Sert.
Ancora voglia di un drink? Il segreto è sempre lo stesso: non abusarne e accompagnare la bevuta con un pasto completo, sapendo che il consumo di alcol causa sempre ripercussioni sull’organismo. Mangiare o bere: non dovrebbe mai essere una scelta.
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