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La Clinton diventerà il prossime presidente degli USA? Se lo chiedono in molti. Di sicuro divide: c’è chi la ama e c’è chi la odia. Ma com’è arrivata dove si trova oggi? Ripercorriamo la sua storia.

Hillary Clinton
24, 2015. REUTERS/Mark Kauzlarich

Che aspirasse al ruolo di presidente, era chiaro sin dagli anni del liceo, quando, tra i banchi della Maine East High School, ricoprì il ruolo di presidente della classe, ancora prima di diplomarsi. Determinata, ambiziosa e caparbia, Hillary Diane Rhodam lo è sempre stata.

La candidata del partito democratico alle presidenziali americane del 2016, inizia la sua militanza politica tra le fila dei repubblicani. Cresciuta in una famiglia di conservatori, il padre dirigente di un’azienda tessile e la mamma casalinga, Hillary muove i primi passi tra il volontariato in chiesa e quello per il partito repubblicano, per la campagna presidenziale del 1964.

Per la svolta democratica bisogna attendere gli anni del college. Siamo nel 1965, la Rodham entrò al Wellesley College, famoso college femminile di arti liberali. iniziando il suo attivismo politico prima, come presidente della sezione del Wellesley College dei College Republicans, poi, grazie all’insistenza del professore Alan Schechter, si sposta più a sinistra ed entra a far parte del partito democratico.

Intanto al al College si distingue sia come miglior diplomata tra i maturandi e si guadagna un altro primato: la prima studentessa, nella storia del Wessley College a presentare la cerimonia di consegna dei diploma.

Si sposa con Bill ma mantiene il suo cognome

Dopo gli anni del Wellesley, iniziano quelli di Yale, il prestigioso college Ivy league dove Hillary si laurea in legge ed incontra il suo future marito: Bill Clinton che sposò nel 1975 decidendo di mantenere però il suo nome Hillary Rhodam.

Per la candidata alle elezioni presidenziali Usa, gli anni  Settanta e Ottanta, sono segnati da una brillante carriera come avvocato e il ruolo di first lady dell’Arkansas, dove il marito fu eletto come governatore.

Un ruolo che mantenne per dodici anni, prima di diventare la First Lady per eccellenza: la moglie del presidente Bill Clinton.

Anni ’90, la presidenza e i “Billary”

Siamo nel 1993, e Hillary segna già un altro primato: fu la prima First Lady ad aver conseguito una laurea e la prima ad avere una sua carriera professionale di grande successo. Influente, tanto quanto lo fu Eleanor Roosevelt, Hillary non sta mai all’ombra del marito durante il suo incarico presienziale ma diventa sempre il suo consigliere principale ricoprendo anche incarichi ufficiali.

Del resto lei lo aveva sempre detto che “da First Lady non avrebbe fatto la parte di quella che passa le giornate a servire il tè coi biscottini”.

La coppia soprannominata “Billary” dagli americani, si presenta come una sorta di presidenza gestita in due, fino alla fine.

Anche quando lo scandolo Lewinsky ha trovolto il marito e lo ha portato all’impeachment.

Quando il marito si fa da parte, Hillary inizia la sua ascesa

Hillary, non si lascia travolgere dalle polemiche e gioca il ruolo di moglie fedele, pronta a fare di tutto per salvare il matrimonio, facendosi fotografare nelle vesti di moglie premurosa accanto al letto di un ospedale dove Bill fu operato al cuore nel 2004.

Con l’uscita di scena di Bill Clinton, Hillary si guadagna il palco da protagonosta.

Eletta al senato per ben due volte, pianifica una carriera politica con ruoli sempre di primo piano.

Sconfitta a sorpresa nella prima corsa presidenziale del 2008, che portò alla vittoria Barack Obama, Hillary fu nominata segretario di Stato dallo stesso Obama, occupandosi di politica estera.

Cade e si rialza

Un incarico non facile, che le fece guadagnare impopolarità per la vicenda dell’uccisione del’ambasciatore americano in Libia e di tre funzionari.
Stanca, provata, Hillary sembra cedere, non solo letteralmente quando nel dicembre 2012 sbatte la testa e si adagia per terra, facendo stare con la fiato sospeso milioni di americani, ma anche politicamente.

I rumors parlarono di un tumore al cervello, I comunicati ufficiali di un coagulo del sangue nell’orecchio destro.

La Clinton sembra defilarsi e per molti il ritiro dalla scena politica era scontanto, fino a quando, fresca di restyling e di una forma fisica ritrovata, ritorna ancora piu’ agguerrita annunciando la sua candidature alle presidenziali del 2015, con tanto di endorsement del presidente Obama.

Parte Hillary 2016, la campagna presidenziale di questa donna ambiziosa, con uno slogan meno accattivante dello storico Yes, we can di Obama.

“This starts with you”, questo inizia con voi, si legge nei volantini e nei manifesti.

La prima donna presidente degli Stati Uniti d’America?

Una campagna elettorale che usa come un mantra il tema delle donne, i diritti delle donne e la sua provata esperienza in politica estera. Scacciando l’occhio ad un certo femminismo, alcuni dicono da manuale, quando la Clinton tira fuori la parola magica: la prima donna presidente degli Stati Uniti d’America. Parla di eguaglianza e di diritti di immigrati, di ambiente e di energie, provando a non spostarsi troppo a sinistra rispetto al suo avversario democratico principale: il “socialista” Bernie Sanders.

Loro, i detrattori, le rimproverano di aver appoggiato sempre i poteri economici finanziari forti, i lupi di Wall Street fra tutti, e le lobbies americane potenti, e una certa politica estera fin troppo filoisraeliana.

Quando prova a fare un discorso di sinistra, gli avversari le ricordano le falle nella gestione della Guerra in Libia, lo scandalo email gate e il supporto ai giganti della Monsanto.

La studentessa brillante e ambiziosa di ieri, mostra i muscoli e una certa diplomazia dosata ad effetto, insieme ad un pizzico di aggressività.

Perché la Clinton divide?

Ingredienti che le hanno permesso di vincere il primo dibattito dei democratici e che  pare, le abbiano spianato la strada verso il primo caucus che si terrà il prossimo Gennaio nell’Iowa.

Sta di fatto che Hillary spacca a metà l’America.

C’è chi la ama, perchè in un certo qual modo rappresenta la quintessenza della filosofia americana: pragmatismo, ambizione, duro lavoro, femminismo e determinazione. Una sorta di wonder woman.

C’è chi la odia, perchè quella stessa quintessenza diventa nel male: capitalismo finanziario, politica estera aggressiva, elitarismo, politica in mano alle dinastie familiari.

Nervi saldi, autocontrollo, solida come una roccia, Hillary sembra giocare alla resistenza . Lo ha mostrato durante l’audizione di 11 ore della commissione parlamentare su Bengasi quando qualcuno sperava in un crollo sotto gli attacchi sferrati.

E mentre su instagram i coniugi Clinton celebrano i loro quarantanni di vita insieme, con tanto di foto che raccontano del loro amore, i giornali americani dicono che. se  Hillary sarà presidente, non sarà soltanto il primo presidente donna e nonna ma sarà soprattutto il terzo mandato di Obama e il terzo di Bill Clinton.

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