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I gioielli di lusso si fanno anche con la stampante 3D

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Abilità manuale o tecnologia? Molti grandi marchi del lusso come chanel utilizzano le stampanti 3D per le loro creazioni. Con risultati ottimali.

Gioielli Chanel stampante 3D

Il lusso e il design scoprono nuove frontiere grazie all’utilizzo della tecnologia 3D che permette di realizzare in poco tempo prototipi e progetti che con i metodi “normali” necessiterebbero di molto più tempo (e risorse) per vedere la luce.

Attualmente la diffusione della stampa 3D è vasta e il suo impiego si è allargato anche al campo della gioielleria tramite l’utilizzo delle stampanti 3D per la microfusione.

Tradizione vs innovazione

In realtà la stampa 3D non è propriamente ben vista da tutti i maestri della gioielleria di lusso: la difesa dell’artigianalità si può comunque coniugare con l’utilizzo di queste macchine che creano modelli in cera da cui poi si ricava il prezioso finito (semplificando molto: il metallo fonde la cera occupandone la forma esatta all’interno di uno stampo in gesso, et voilà, il gioco è fatto).

I vantaggi della stampa in 3D sono in gran parte legati alla possibilità di creare forme ardite ma nonostante questo resistenti. Nella tecnica classica il materiale prezioso spesso va saldato mentre con la stampa può essere forgiato mantenendo una struttura “continua” fin dalla sua creazione. In pratica, tendenzialmente si riesce a produrre il pezzo “finito” senza necessità di passaggi intermedi di composizione.

Alcuni grandi marchi tengono “segreto” l’utilizzo del 3D

Ci sono produttori che non fanno sapere che utilizzano tecnologie di modellazione in 3 dimensioni. Questo essenzialmente per ragioni di marketing: quando si costruisce tutta la propria fama sulle parole “storia”, “artigianalità”, “manualità”, “creatività” si ha timore di parlare alla clientela di prodotti che hanno avuto un’origine differente, legata a una creatività altrettanto potente ma non esclusivamente manuale.

Altri non hanno problemi a confermare l’uso del 3D, e le creazioni sono bellissime

Una politica differente viene invece usata da altri brand, come Chanel, che per un bracciale della linea “Sou le sign du Lion” ha utilizzato anche il 3D.

Il parere di molti addetti ai lavori è positivo in merito: il Telegraph nell’articolo Shaping the future: 3D-printed jewellery cita il direttore di Graff Dimonds, Raimond Graff, che ha una posizione di assoluto buon senso in merito: la tecnologia va usata come strumento per rendere le creazioni più accurate, con la progettazione CAD si possono PER ESEMPIO creare coppie di orecchini esattamente speculari, capovolgendo il modello digitale.

Inoltre il 3D aiuta a evitare sprechi, permettendo l’utilizzo solo del materiale indispensabile, ed è un modo per spostare in avanti il “limite” della creatività elaborando gioielli estremamente complicati.

Max Sheperd, della gioielleria Guy&Max, sempre intervistato nello stesso articolo, esprime un concetto simile: usare un computer per replicare un anello che può essere fatto a mano è un non-senso. La tecnologia dovrebbe essere impiegata per sperimentare e inventare forme che non è possibile fare in altro modo. Si richiede grandissima abilità, solo che gli strumenti utilizzati sono digitali e non fisici e comunque ci vogliono anni di pratica e “allenamento” per padroneggiare al meglio questa tecnica.

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