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Il calendario Pirelli supera il mezzo secolo di vita da icona di stile (e di polemiche)

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Calendario Pirelli: 51 candeline per un appuntamento fisso del glamour internazionale: le modelle più avvenenti e i migliori fotografi per un eccezionale strumento di promozione (e di polemiche)

calendario Pirelli
Sofia Loren calendario Pirelli 2007 Photoh: Karl Lagerfeld/Pirelli

Modelle come Kate Moss hanno definito la loro presenza sul calendario Pirelli come “il miglior lavoro in assoluto”. Altri hanno descritto come un onore comparire su quelle pagine o partecipare alla loro realizzazione. Il calendario Pirelli ha compiuto 50 anni ed è riuscito in un’impresa unica nel suo genere: sposare la promozione e l’arte, il marketing e la bellezza.

Non si tratta di un calendario che trovate in edicola: ha una tiratura limitatissima, riservata solo ad una ristretta cerchia di clienti e ad alcuni personaggi famosi (ma questo nell’era globale diventa un presupposto superato dato che le foto girano sulla Rete appena vengono rilasciate).

Dal 1963 gli scatti sono stati realizzati da alcuni dei maggiori fotografi del Novecento come Steve McCurry. Terry Richardson, Testino, Annie Leibovitz, Helmut Newton, Peter Lindbergh, Bert Stern. Le location sono sempre state esclusive, dalle Seychelles, alle Bahamas, al Chianti toscano, a Edimburgo, Siviglia, New York.

Pneumatici e fotografia di alta classe. Il connubio all’apparenza impossibile si è compiuto attraverso la selezione del “fiore” delle vip delle passerelle. Su di esse il gossip e gli occhi dei media sono sempre puntati: il traino del “grosso nome” che appare con pochi veli sul calendario ha tramutato delle (seppur belle, a volte molto belle) foto “soft porno” (prendiamo in prestito la definizione della giornalista Jess Carner-Morley del Guardian) in un fenomeno di costume, in un’icona del glamour oltre che, ovviamente, in un grandissimo strumento promozionale che alcuni vorrebbero pensionare (la succitata Carner-Morley ad esempio, ma dal suo giudizio avrete capito che non ama molto il calendario), altri vedono come una delle tante forme, per quanto patinata e artistica, di “sfruttamento” del corpo femminile a fini commerciali, altri invece apprezzano per la qualità (costante nel tempo) dell’ottima fattura.

Forse dobbiamo vedere calendario come un “normale” prodotto il cui fine chiaramente non è “fare arte”. I termini probabilmente vanno invertiti: l’estetica non è il fine ma il mezzo con cui si realizza il fine promozionale.

Candice huffine calendario Pirelli 2015Per il 2015 il tema del calendario è “feticismo”: la suggestione proviene certamente dal successo planetario della saga letteraria delle “Cento sfumature”. Il calendario è un prodotto dei tempi che segue le tendenze anche nel “punto di vista”: troverete visioni “posteriori” (come nel mese di giugno nell’eloquente posa sulla bicicletta replicata in versione super-zoom sulla copertina), con glutei in evidenza, accanto ai classici “frontali”.

E anche quella che è certamente una novità, il mese di aprile affidato a Candice Huffine, modella non certo di corporatura slim, è alla fine un segnale di attenzione al dibattito sulla magrezza dei modelli femminili (che pure contraddistinguono la maggioranza delle restanti fotografie), dibattito che porta polemica, discussione e naturalmente grande visibilità

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