Interni case di lusso: i favolosi progetti delle archistar
La genialità dei più grandi architetti applicata agli interni di case di lusso. Design, luce, disposizione degli spazi: nulla è lasciato al caso.

Interni case di lusso da ammirare in tutto il loro splendore: giochi di linee, materiali ricercati, la fantasia dei più grandi architetti che si sbizzarrisce producendo ambienti spettacolari. Il lusso non è soltanto materia da “esterni” ma tutti i complementi d’arredo, le soluzioni abitative, i mobili sono spazi dove l’ingegno delle più grandi menti dell’architettura trova libero sfogo.
Leedon Park House: Foster – Partners

Singapopre, un progetto residenziale che vuole essere un misto di rispetto totale della natura circostante, strizzatina d’occhio alla tradizione (perfettamente visibile negli interni, modernissimi, ma che richiamano una visuale prettamente avvicinabile a quella delle abitazioni tipiche dell’Oriente). La Leedon Park House è stata completata nel 2006 a partire da un’esigenza specifica: ospitare la collezione d’arte del committente. Quindi lo studio degli spazi è stato pensato anche in quella funzione (ad esempio per la sala che accoglie il polittico di Frank Stella “The Betrothal in Santo Domingo”).
Inoltre: muri in pietra a fare da contrasto al liscio spessore dei pavimenti, illuminazione che da differenti profondità ai locali, uso sapiente dell’acqua a produrre un collante particolarissimo tra le varie sale.
Kamakura House, Giappone – Foster + Partners

Ancora un progetto dello studio di Sir Norman Foster. E ancora una volta la casa di un collezionista d’arte, uno dei principali al mondo per quanto riguarda l’arte buddista. L’idea guida del progetto è stata quella di usare la luce in termini “progressivi”: si passa da sale pochissimo illuminate ad ambienti dove c’è il trionfo di una luce caldissima e potente. Il tutto pensato per esaltare le opere d’arte della collezione.
Per il progetto sono stati utilizzati materiali pensati su misura, come tubi televisivi utilizzati come speciali diffusori di luce. Lo stile anche qui richiama in molti aspetti quello della tradizione giapponese: spicca anche una piscina con pietra vulcanica smaltata.
Villa S., Carinzia, Austria – Coophimmelb(l)au

La sfida in questo caso era quella di inserire la villa in un contesto naturale spettacolare, facendola “dialogare” con l’acqua del lago e le piante. Il risultato è ottimale: gli spazi si fondono con l’acqua che pare entrare nell’abitazione (ad esempio nel salone padronale a piano terra). Gli interni hanno il bianco come colore prevalente: legno e metallo danno molta luminosità creando ambienti semplici e sereni, pur nel loro corposo lusso.
Villa S. ha una lato “trasparente” sul fronte stradale: questo non è stato pensato per far accorrere schiere di voyeur ma perché quell’ala della casa è uno spazio aperto a mostre temporanee e funge da vera e propria galleria d’arte per la città.
Le banchine dove far attraccare le barche arrivano fino in cucina: quando si invita un amico a casa si può già vedere che si sta cucinando per lui. Negli interni sono presenti ulivi di Sicilia e una piattaforma per volo a vela. Mogano, sauna, dettagli di pregio, sala giochi, terrazza con vasca idromassaggio, chaise long personale ideata da Wolf D. Prix, tavolo da pranzo con sedie in cemento acrilico, servizio da té Coopillon sono i dettagli che rendono ancora più lussuosi gli spazi abitativi.
Fifth Avenue Apartment, New York – Richard Meier

Inserito in un intero piano dello Sherry-Netherland Hotel, nella celeberrima Quinta Strada di New York, il progetto mira ad esaltare gli spazi grazie alle ampie vetrate e alla luce che vi entra. Pannelli di legno accolgono all’ingresso e conducono verso un ampio spazio suddiviso da una libreria, con annessa collezione d’arte.
Dei tre precedenti locali è stato realizzato un grande opens pace con cucina, Tv a scomparsa, pregevole vista sul parco. Suite doppia di cui una padronale, design leggero e moderno che esalta la luce naturale e non è invasivo rispetto alla collezione d’arte dei proprietari.
Joy Apartment, New York – Richard Meier

Tre piani interamente occupati da questo appartamento di 10,500 m2. Spicca la grande scala a chiocciola che collega i livelli: sono presenti biblioteca, palestra, zona studio, bagni, spogliatoi, area intrattenimento audio-video.
L’intelligente utilizzo di divisori in vetro serve a separare parzialmente l’open space mantenendo comunque un’idea di ampiezza inalterata. Tutte le stanze hanno controllo elettronico rispetto alla potenza della luminosità, al colore della finestra, alla temperatura, all’umidità, alla musica.
Copenaghen Pentohouse II – Norm Architects

Un’atmosfera quasi monastica: l’alternanza di chiari e scuri genera una successione semplice degli spazi ma contemporaneamente ideale per il relax mentale e per l’esaltazione degli elementi di designì, le opere d’arte e le sculture presenti.
Spiccano i lampadari “a bolla” che richiamano le tonalità delle pareti in un gioco di profondità creato proprio dalla sequenza di bianco e nero. Le grandi vetrate sulla città attirano la luce naturale e permettono alla vista di spaziare. Ogni particolare è stato studiato nel dettaglio: Tv “a comparsa” dalla parete, mensoline e tavoli su misura per accogliere la collezione di sculture, lampade di design con punti luce direzionati sapientemente.
Repository, Saroma (Giappone) – Jun Igarashi

Il progetto di Igarashi è incentrato sullo studio della disposizione dei volumi: gli spazi sono ampliati visivamente dai “tagli” nelle pareti che quasi sovrappongono i piani e i differenti ambienti. Il legno delle travi dei tetti che si ripete di stanza in stanza crea continuità spaziale tra i differenti locali con giochi ottici interessanti.
La sobrietà apparente degli spazi non inganni: lo studio della disposizione di mobili e aperture di luce è assolutamente dettagliato.
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