“Amo le sfide e questa mi è subito sembrata un’impresa titanica, complicata”. Dopo Dolce&Gabbana e Ferrari, Federica Marchionni approda a Land’s End, marchio sconosciuto in italia ma che ha un fatturato di 1 miliardo e mezzo di dollari. Abbiamo parlato con lei di impresa, di Italia e dei vantaggi e gli svantaggi di essere donna nel mondo del business.
Si definisce una stratega perché ama l’analisi, trovare una soluzione, arrivare al risultato finale. E soprattutto ama le sfide. Federica Marchionni, giovane manager italiana, ha già segnato un record: la prima CEO italiana a capo di un’azienda americana. Dopo 14 anni trascorsi nel mondo dell’alta moda come Presidente di Dolce&Gabbana Usa, durante i quali ha portato il marchio ad una maggiore espansione in Nord America, con l’apertura del flagship store a NY e boutique a Chicago, Aspen, Toronto e Boston, Federica cambia rotta. Abbandona il lusso per diventare, dallo scorso Febbraio, amministratore delegato di Land’s End, azienda del Wisconsin leader nel settore delle uniformi scolastiche, pionieri della vendita online, con un fatturato di 1 miliardo e mezzo di dollari e cinquemila dipendenti. Un brand sconosciuto in Italia che Federica vuole ristrutturare, rilanciare. Nel suo passato, non solo D&G ma anche esperienze alla Ericsonn, Philips e Samsung e il ruolo di vice presidente della Ferrari. Lavoratrice instancabile e ambiziosa, Federica non dimentica le sue origini. Quelle della provincia romana, Santa Severa e della vita a Roma dove si è laureata all’Università la Sapienza in Economia e Commercio.
A 42 anni, Lei è la prima donna italiana a diventare CEO di un’azienda americana.
L’ho appreso solo dai giornali. Non lo sapevo. Spero di essere la prima di una lunga lista.
La prima domanda è piuttosto scontata ma doverosa. Perchè ha lasciato un marchio cosí famoso come Dolce& Gabbana per un’azienda sconosciuta in Italia e in Europa?
Perchè amo le sfide e questa mi è subito sembrata un’impresa titanica, complicata. E poi perchè, da un punto di vista personale, volevo vivere in America, a NY.
Come metterà in pratica, la sua lunga esperienza di manager in un marchio come Land’s End?
Il mondo del fashion è molto competitivo e mi ha insegnato ad analizzare i risultati passati e proiettarsi verso il futuro. Quello che farò con questa mia nuova esperienza. Partiamo dal successo consolidato di questo marchio, che conta uno dei migliori customer service, una vendita on line e un rapporto qualità prezzo. Bisogna ripartire invece da zero su alcuni fronti: espandere il marchio in tutto il mondo, lavorare molto sul retailing, sul marketing e la vendita non solo on line.
Durante la sua lunga carriera, il fatto di essere una donna è stato un vantaggio o uno svantaggio?
Lo svantaggio principale è il pregiudizio. Avendo lavorato a lungo nel mondo delle telecomunicazioni, in un ambiente a maggioranza maschile e anche un po’ maschilista ho dovuto lottare per vincere questa sfida legata al pregiudizio.
E il fatto di essere italiana e di aver lavorato nel mondo della moda a lungo, come viene visto in questa nuova azienda?
All’inizio anche il fatto di venire dal mondo dell’alta moda, era un pregiudizio. Io sto cercando di portare, non solo il mio tocco italiano legato alla moda e alla mia esperienza, ma la flessibilità e quell’arte di arrangiarsi e di inventarsi, tutta italiana.
Manager globetrotter e mamma di un bambino di otto anni. Anche questa è una sfida quotidiana?
Bisogna organizzarsi e prendere atto del fatto che non si può avere e fare tutto. Anche se non presente sempre fisicamente, ispiro mio figlio ogni giorno con il mio lavoro. Le rispondo però anche citando una mia collega che alla stessa domanda ha detto al giornalista: lei lo avrebbe chiesto ad un uomo?
No Comment