La Casa delle Donne a Roma, tra storia e impresa. Intervista
Cuore del movimento femminista a Roma oggi la Casa delle Donne offre servizi gratuiti e impiega 13 persone. Abbiamo intervistato la presidente per meglio conoscere l’evoluzione e le attività di questa associazione dalla lunga storia
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Un progetto unico. E certamente, da donna, un luogo che sembra promettere finalmente la possibilità di essere se stesse. È la Casa Internazionale delle Donne a via della Lungara a Trastevere, nel cuore di Roma. In questi giorni aprirà le porte al jazz, ospitando il Roma Summer Jazz Festival dal 23 agosto al 4 settembre. L’appuntamento di fine estate è solo l’ultimo di una serie di eventi che hanno visti protagonisti il teatro, il cinema, la musica e i libri nello storico complesso monumentale fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile nel cuore di Trastevere.
Perché questa è la Casa: un posto unico nel suo genere dalla lunga storia. Nasce infatti nel 1976, quando il movimento femminista occupa la ex pretura del Governo Vecchio. “Intorno a questa sede si sviluppano le attività del movimento, in quegli anni particolarmente vivace”, racconta a Donne sul Web Francesca Koch della Casa Internazionale delle Donne. “In quel palazzo ebbero sede il Quotidiano Donna, Iniziative Femminili, il Centro Virginia Woolf. Erano gli anni del terrorismo e c’erano problemi di sicurezza, quindi, d’accordo con il Comune la Casa si stabilì qui dove è ancora oggi, nello Stabile del Buon Pastore”.
“Nel 2001 la Casa firma la Convenzione con il Comune che cede alle donne questo stabile, che era stato nel frattempo restaurato. E però chiede affitto regolare e l’affitto per tutto il pregresso”, racconta ancora Koch. “Perciò nasciamo già con un debito pesantissimo. Non abbiamo alcuna forma di finanziamento né istituzionale – tantomeno partitico, ovviamente. Ma viviamo di donazioni.
I servizi che forniamo sono gratuiti: abbiamo un Centro di documentazione del movimento femminista. Siamo riuscite a dare lavoro – e questo per noi è motivo di fierezza – a ben tredici dipendenti. Abbiamo una foresteria che ospita turiste o giovani donne di passaggio a Roma, un ristorante e un centro congressi”.
La Casa è e vuole essere un centro di riferimento di cultura e associazionismo. Un laboratorio di riflessione sulla politica di genere per tutta la città, traendo forza e linfa vitale dalle esperienze delle donne e per le donne. Ma anche per gli uomini, ormai. “L’importante è che accettino che questo è un luogo di donne dove si esprime l’autorevolezza e l’autonomia femminile. Non escludiamo nessuno, se siamo noi a dare il la”, dice Francesca Koch.
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