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“La Toscana che piace agli americani”. Intervista a Arianna Fazio, operatrice turistica

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Dopo tante porte bussate e tante gavetta, da un piccolo borgo nella campagna pisana Arianna ha lanciato il suo progetto di incoming turistico “Arianna & Friends”. Ora, quello che era un territorio bellissimo ma non tanto conosciuto, è diventato una meta turistica. Abbiamo parlato di lei di turismo e impresa. Un consiglio per i giovani? “Rischiare ma non troppo, e fare esperienze all’estero”

Che la campagna toscana abbia successo, in Italia e ancora di più all’estero, non è una novità. Ma oltre alle solite zone superarianna conosciute (quella del Chianti, per dirne una), ci sono altre zone meno note e altrettanto belle, che da un po’ di tempo iniziano a diventare turistiche. Come la Valdera, valle tra le colline pisane che comprende borghi autentici come Chianni, Lajatico (terra di Andrea Boccelli, dove si trova il meraviglioso Teatro del Silenzio), Palaia e Peccioli.

Proprio a Peccioli ha sede Arianna & Friends, agenzia di “incoming turistico”, ovvero un progetto che ha lo scopo di portare in questo territorio turisti da tutto il mondo. A guidarla è Arianna Fazio, con un socio e 4 dipendenti a tempo indeterminato full time. La sua è una storia di gavetta e successo. Con lei abbiamo parlato della Toscana, del turismo in Italia e delle difficoltà delle imprese turistiche come la sua. Le tasse? Sono un problema: “A volte vorrei dare dei premi ai miei dipendenti quando lavorano sotto stress in periodi particolarmente frenetici. Ma non posso perché vengono tassati in una maniera assurda”.

Ciao Arianna, prima domanda: chi sono i “friends”?

Friends ha due valenze: da una parte gli amici sono quelli che insieme a me e al mio staff riescono a dare i servizi cosi come li abbiamo pianificati, con lo stesso spirito, approccio e motivazione che abbiamo noi. I nostri collaboratori sono cuoche, guide, proprietari o gestori delle strutture ricettive, i produttori delle fattorie che andiamo a visitare etc. Dall’altra, gli amici sono i nostri clienti, che dopo una giornata passata con uno di noi come guide e accompagnatori turistici, diventano nostri “amici”. Il nostro approccio è appunto friendly anche se altamente professionale. Facciamo sentire i nostri ospiti come in famiglia e condividiamo con loro quello che sono le nostre tradizioni e il nostro stile di vita.

Come è nata questa attività? Qual è stato il tuo percorso?

Dopo l’università la mia idea era quella di continuare a lavorare nel turismo come avevo già fatto durante gli studi, mi piaceva stare con la gente e condividere quello che c’era di bello nel nostro paese. Poi con l’aiuto di un vecchio amico di scuola e di università, Massimo Pasqualetti,  abbiamo iniziato a pianificare attività da offrire ai visitatori per promuovere una zona, quella della Valdera, ancora sconosciuta alla maggior parte dei turisti. Abbiamo iniziato a bussare alle porte di strutture ricettive e di produttori locali per cercare una qualche collaborazione e abbiamo ricevuto tanti bei sorrisi, pacche sulle spalle ma poco aiuto concreto.

palio_di_buti

Non ci conosceva nessuno, non avevamo un nome. Era il 2004. Dopo 3 anni di gavetta, e sacrifici, abbiamo finalmente aperto nel 2007 la nostra agenzia con il nome Arianna & Friends e adesso siamo molto orgogliosi del nostro operato perché adesso sono le strutture e i produttori, le agenzie e gli altri attori del turismo che ci cercano e noi possiamo fare una selezione e capire chi di loro è adatto a fornire i servizi nel modo che vogliamo noi, con dedizione, onestà, professionalità e sempre con un sorriso sincero sul volto.

caldera Toscana

Hai usufruito di sostegni per l’imprenditoria giovanile o femminile? Quali sono state le difficoltà iniziali?

No, niente sostegni purtroppo. Le difficoltà iniziali sono state quelle di dover investire il proprio tempo senza una vera retribuzione. Anche quando abbiamo assunto la prima dipendente, io e Massimo, come titolari prendevamo uno stipendio 3 volte inferiore a quello della nostra dipendente… ma dovevamo farlo, non avevamo dovuto investire in niente di concreto e tangibile, se non un piccolo computer e una stampante.

Prima che Massimo mi raggiungesse lavoravo al computer nell’ingresso di casa di mia mamma e mia nonna, dove c’era un piccolo spazio adatto e da dove potevo sentire l’odore del soffritto che veniva dalla cucina dove mia nonna stava cucinando. Necessariamente adesso il nostro core business è rappresentato proprio dai corsi di cucina! Vengono organizzati in collaborazione con cuochi locali e con fattorie del territorio.

Al momento come va il turismo in Toscana? Chi sono i vostri principali clienti?

Il nostro lavoro è in crescita e la domanda aumenta sempre più. I nostri clienti sono maggiormente americani (USA), Canada e nord Europa..

E cosa ne pensano gli americani della Toscana e dell’Italia? Che percezione hanno del nostro territorio?

Quelli che incontriamo noi a volte non sanno neppure che Firenze si trova in Toscana, ma dopo qualche giorno capiscono dove sono e apprezzano sia le città d’arte della Toscana sia, e soprattutto, la campagna, con i suoi ritmi lenti, i sorrisi e la gentilezza della gente, il buon cibo, le persone che anche se non parlano inglese, riescono a comunicare con loro. A volte si innervosiscono per le strade non molto curate, per la cartellonistica non chiara e per il fatto che non abbiamo aria condizionata ovunque. Ma imparano presto che non devono aspettarsi alcune cose qui. Vengono ripagati da un ambiente familiare e autentico e da un paesaggio bellissimo.

E’ facile collaborare con le aziende locali, fare rete?

A volte si, spesso no. Abbiamo delle aziende con cui lavoriamo da anni e tra noi c’è un rapporto di fiducia molto forte. C’è collaborazione e rispetto. Queste aziende sono sempre nei nostri itinerari e ci aiutiamo a vicenda. Spesso invece troviamo molti improvvisati, gente che solo per voler (o pensare di ) guadagnare di più cerca di organizzare e proporre le nostre stesse attività senza però a volte avere né licenza, né autorizzazioni necessarie, né il tempo, né la professionalità fondamentale per non fare figuracce. La figuraccia poi viene fatta da tutto il territorio e non solo dal singolo che ha dato un servizio scadente. Ci sono molti abusivi in zona, su vari livelli. Quello che possiamo fare è che si ravvedano prima possibile.

Quanto conta la comunicazione? Il web e i social network sono realmente determinanti come si dice?

Assolutamente si. se hai un buon prodotto, ma non hai gli strumenti e neppure la capacità di comunicarlo al target giusto e attraverso canali giusti, quel prodotto rimane solo un bel prodotto e non potrà essere venduto. Sito internet e social media sono fondamentali . Le recensioni per esempio creano certezze e sicurezze nel possibile prossimo cliente, che ha bisogno di viaggiare sereno e affidarsi a esperti.

Dalla tua esperienza, quali sono le maggiori difficoltà per un’impresa in Italia?

Che dire… iva, irpef, buste paga… (ore e ore pagate in busta come ex festività…), tassazione sui premi. A volte vorrei dare dei premi ai miei dipendenti quando lavorano sotto stress in periodi particolarmente frenetici. Ma non posso, vengono tassati in una maniera assurda.

A una giovane che vuole intraprendere un’attività turistica quali consigli daresti? Che percorsi formativi, quali esperienze?

Prima di tutto le esperienze all’estero. Quelle sono fondamentali. Capire gli altri popoli come vivono e quali sono le loro priorità. Se vuoi aprire una struttura ricettiva, non seguire solo la tua idea romantica, e non farla solamente come piace a te, ma vai a vedere prima tante altre strutture, poi sarai in grado di capire quali caratteristiche deve avere e solo dopo la puoi personalizzare. La cosa più ingenua da fare è credere che quella particolare idea l’hai avuta solo tu. Guardati intorno, non è cosi. Tu puoi solo arricchirla e personalizzarla.

Se vuoi aprire un’agenzia vale la stessa cosa. Guarda sempre cosa c’è in giro e chi sono i tuoi competitors, impara da quello che fanno bene e impara anche da quello che fanno male.

Non fare il passo più lungo della gamba, ma un po’ rischia. Non aspettare che gli altri ti diano le risposte che cerchi, vattele a procurare, insisti per averle. Non voler avere tutto e subito, non funziona nulla cosi.

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