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Legge stabilità 2016: dai bonus ai 5 mesi di maternità garantiti per le partite iva

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5 mesi di maternità non più sottoposta al vincolo di non lavorare per le professioniste con Partita Iva e 800 milioni di euro per le famiglie più povere: ecco le novità e i dettagli della Legge di Stabilità

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Due disegni di legge collegati alla Legge di Stabilità 2016 andranno ad introdurre interessanti novità per alcune categorie di nostri concittadini. Vediamo i due punti più salienti che riguardano le professioniste titolari di partita Iva e le famiglie più disagiate.

Maternità Partite Iva

Fino a questo momento le professioniste titolari di una Partita Iva, le free lance che andavano in maternità, dovevano interrompere completamente il loro lavoro per accedere al beneficio dell’assegno. Il corrispettivo, per altro solitamente di importo molto basso, era erogato dunque a patto che non si svolgesse attività nel lasso di tempo sottoposto a contribuzione per maternità.

Questo conduceva molte donne a rinunciare alla maternità stessa, dovendo scegliere tra non perdere commesse e clienti o ricevere l’assegno. Oppure in alternativa a fare “giochi contabili” non esattamente corretti, fatturando il dovuto in data posteriore alla fine della maternità.

Il nuovo disegno di legge prevede che i 5 mesi di maternità saranno comunque garantiti anche in presenza di una continuità lavorativa.

Dovrebbero essere introdotte anche maggiori garanzie sui pagamenti: un massimo di 60 giorni dall’emissione della fattura, ma di questo si parla da tempo e purtroppo tutto rimane sulla carta delle buone intenzioni.

Si prevede infine di introdurre una deducibilità del 100% delle spese per formazione e partecipazione a convegni di aggiornamento.

Vedi anche: Bonus baby sitter e asili nido novità 2016

Bonus povertà 2016

È stato chiamato: Piano nazionale anti-povertà. Di cosa si tratta in concreto? Possiamo dirvi che c’è in ballo uno stanziamento complessivo (nel corrente anno 2016) di 800 milioni di euro che andranno ad una potenziale platea molto vasta, 4 milioni di persone considerate sotto la soglia di povertà (250 mila nuclei familiari).

Nel 2017 si conta di portare questo fondo a 1 miliardo di euro. Come si calcolerà l’indice di povertà? Attraverso la soglia stabilita annualmente dall’Istat determinata sia dal numero dei membri del nucleo familiare sia dal luogo di effettiva residenza.

Facciamo un esempio: prendendo una “famiglia tipo” composta da due genitori e due figli a carico questa soglia sarà più o meno di 980 euro nelle regioni meridionali e di 1400 in quelle settentrionali.

L’aiuto sarà progressivo in base alla forchetta tra il reddito famigliare e la soglia di povertà. In poche parole: più il reddito del nucleo scende sotto la soglia di povertà, più sarà corposo l’aiuto che si potrà ricevere.

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