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Il successo di Beyoncé. Non una semplice cantante, ma una vera impresa globale a conduzione famigliare. A soli 34 anni Beyoncé può dire di avere conquistato il mondo partendo dalla musica. Come ha fatto?

Beyonce
New York REUTERS/Carlo Allegri

La prima parola è talento. La seconda, senza dubbio, tenacia. La terza? Forse la terza parola è famiglia. Questi sembrano essere i tre ingredienti del successo globale di Beyonce Knowles ( Knowles-Carter da quando ha sposato il rapper e produttore Jay-Z), cantante, star mondiale, imprenditrice.

Da poco sulla copertina di Vogue America con il titolo “l’arte della dominazione globale”(Vogue è un po’ in ritardo, dato che la conquista mondiale di Beyoncé è in atto già da 10 anni…), Beyonce ha iniziato a cantare a 7 anni in un talent show, e oggi è senza dubbio l’artista più influente della scena musicale mondiale. Come c’è riuscita?

L’impresa Beyonce: i conti in tasca

Inutile citare le tantissime classifiche musicali dove Beyonce da anni spadroneggia. Per capirci: ha 34 anni e ha già vinto 20 Grammy Awards. Ed è nel Guiness dei primati per la più veloce vendita di album su iTunes: 828mila copie vendute in tre giorni dalla pubblicazione per il suo “Visual album”. Un record. Ma la ragazza è anche una vera macchina da soldi. Nel 2014 guadagnava 115 milioni di dollari all’anno e il suo patrimonio veniva calcolato intorno ai 504 milioni di dollari. Con suo marito Jay-Z arrivano a sfiorare il miliardo di dollari. Una coppia d’oro.

Beyonce e Jay-Z
@splashnews.com

L’anno scorso, con i concerti del “On the Run tour” assieme a Jay-Z ha guadagnato 100 milioni di dollari per sole 19 date. La famosa rivista americana di economia Forbes la inserisce nelle classifiche sulle donne di potere (“Power Women, nel 2015 è al ventunesimo posto) e in quella delle donne che si sono fatte da sole (“America’s Self-Made Women”). Ma si è davvero fatta da sola? Perché il talento c’è senza dubbio, ma cos’altro ha trasformato Beyoncé in quello che è oggi, cioè in una super impresa?

La famiglia Kwnoles

Nella lista sulle donne che si sono fatte da sole compilata da Forbes Beyoncé è la seconda più giovane. Al primo posto c’è la 31enne Elizabeth Holmes, fondatrice dell’azienda sanitaria Theranos. Al successo mondiale di quella che in teoria è una semplice pop star, ha contribuito senza dubbio la sua famiglia. Quella di Beyoncé infatti è – ed è sempre stata – un’impresa a conduzione famigliare.

Il padre, Matthew Knowles, manager discografico, è stato quello che ha spinto di più perché il talento della figlia diventasse un successo di portata mondiale. Il primo gruppo di cui fece parte, le Destiny Child – di cui faceva parte anche sua cugina Kelly Rowland – era seguito in tutto dal padre, mentre dei costumi si occupava sua madre, la stilista Tina Knowles, e anche altri membri della famiglia avevano un ruolo.

Le Destiny Child portarono Beyoncé dall’essere una giovanissima texana afro-americana a diventare una star mondiale di tutto rispetto: record di vendite con i dischi, concerti da sold-out, apparizioni in film di successo, testimonial di brand importanti come Pepsi. Valanghe di soldi che arrivano in casa Kwnoles e, ovviamente, litigi e depressioni. L’apice del successo è stato anche uno dei periodi più difficili per la cantante. Ma come si dice, ciò che non ti uccide, ti fortifica. Ed è stato così anche per Beyoncé.

Il segreto del suo successo: talento da artista e istinto da imprenditrice

Nella seconda parte della sua carriera la cantante rompe il rapporto professionale con il padre e corre da sola. Diventa manager di se stessa. Questa è una sua dichiarazione di quel periodo, che ci fa capire molte cose sul suo carattere:

“Ho fondato la mia società. Quando ho deciso di essere manager di me stessa è stato importante che non sia mai andata da qualche grossa agenzia di manager. Sentivo di voler seguire le orme di Madonna creando il mio impero e mostrando alle altre donne che quando si arriva ad un certo punto della propria carriera, non è necessario firmare contratti con qualcun altro e condividere i propri soldi e il proprio successo. Puoi fare tutto da sola.”

Da solista Beyoncé va ancora meglio: ogni disco segna un record, ogni tour una dimostrazione che non si tratta né di una meteora né di una delle tante cantanti r’n’b affermate negli anni 2000. E’ diversa. Beyoncé ha una marcia in più e diventa sempre più una diva. Scelte stilistiche e discografiche sempre più studiate. E sempre più soldi: le sue entrate non sono solo quelle legate alla musica, ma intelligentemente capisce che deve avere più fonti di reddito.

Il suo nome è un marchio registrato (da sé stessa, ovviamente)

Nel 2010 mette in commercio una sua linea di profumi. Produce film. Ha una sua linea d’abbigliamento. Gira spot per vari brand, tra cui L’Oréal e H&M, e continua il rapporto – decisamente fruttuoso – con la Pepsi (con cui firma un contratto da 50 milioni di dollari). Diventa filantropa finanziando enti di beneficenza. I suoi concerti sono sempre pieni e i suoi video su Youtube battono tutti i record.

Il suo nome, Beyoncé, è un marchio registrato. Da chi? Dalla Parkwood Entertainment. Chi è la proprietaria di questa società? La stessa Beyoncé. E la Parkwood ha prodotto anche un documentario sulla sua vita. Ecco cosa vuol dire “manager di me stessa”.

Dettagli come questi fanno capire cosa intendono quelli che la conoscono bene quando la definiscono “molto tenace”, una che lavora tanto e non si ferma mai, professionale fino all’eccesso e maniacale nel controllare la sua immagine e la strategia comunicativa.

Anche il matrimonio con Jay-Z, dal quale avrà una bambina, Blue Ivy, sembra quasi una parternship tra due aziende dello stesso settore. Il gossip non esiste, ogni notizia viene gestita nel migliore dei modi dall’entourage Kwnoles. La sua vita privata sembra perfetta, e anche quando c’è qualche sbavatura (come il famoso video della sorella di Beyoncé che se la prende con Jay-Z) tutto viene risolto nel migliore dei modi. Nessuna macchia deve sporcare il marchio Beyoncé. Esattamente come nelle grosse aziende.

E anche se finisci intrappolata in un ventilatore, non fermarti

C’è un’immagine che forse più di ogni altra fa capire che tipo è Beyoncé: Durante un concerto in Canada i capelli si incastrano in un ventilatore a bordo palco. Chiunque di noi si sarebbe fatto venire un attacco di panico, ma non lei: da animale da palco quale è, continua lo show senza perdere la calma, viene aiutata a liberarsi e riprende come se niente fosse.

In un altro concerto in Brasile invece un fan l’attacca: la sicurezza interviene e lo porta via, senza lei che smetta mai di cantare. Quando però si accorge che il fan molesto viene maltrattato, interviene in sua difesa, finisce la canzone e alla fine va a salutarlo. Anche in questo caso dimostra una sicurezza di sè e una padronanza del palco che poche artiste possono vantare.

Ma questa forza dell’impresa-Beyoncé, come abbiamo deciso di chiamarla, forse viene dalle sue precoci esperienze d’infanzia, quando i genitori – soprattutto il padre – volevano farla diventare una star a tutti i costi. E torniamo a un altro talent show al quale partecipò a soli 12 anni, “Star Search”, dove Beyoncé non vinse “perché la canzone non era abbastanza buona” (parole sue). In palio c’era un contratto discografico, ma era ancora presto per la strada del successo. Eppure proprio quella iniziale esperienza negativa è stata utile per l’artista-imprenditrice per capire che le sconfitte sono solo ostacoli che ti aiutano a correre sempre più forte e sempre più veloce.

Di quell’esperienza, anni dopo, parlerà così: “Se vuoi ottenere qualcosa ma poi le cose non vanno in un certo modo, non scappare e non rinunciare: impara dall’esperienza e diventa migliore”.

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