Melissa Müller, donna di successo che lascia New York e una vita agiata per andare a lavorare nella campagna siciliana. Ecco la sua storia.
Antropologa, giornalista, chef, ristoratrice e ambasciatrice della Sicilia oltreoceano. , newyorchese ma di origine siciliana, lascia la brillante carriera di ristoratrice a Manhattan per fare ritorno nella sua Sicilia. Quella terra che da bambina l’aveva sempre affascinata con i suoi profumi, colori, misteri.
Chiude il suo ristorante siciliano a Manhattan e da oltre un anno risiede stabilmente tra Palermo e l’entroterra agrigentino, senza rinunciare a passare a settaccio ogni pezzo di terra e di costa sicula alla ricerca di nuove realtà da scoprire e da raccontare.
Per Rizzoli USA ha da poco pubblicato il suo primo libro: Sicily the Cookbook: Recipes Rooted in Traditions.
Una raccolta di storie , emozioni, ricette tradizionali siciliane che sono il frutto di una luna ricerca che l’autrice ha portato avanti in questi anni.
A Donne sul Web racconta cosa significa lasciare la vita glamour di Manhattan per la campagna siciliana.
Melissa, cosa risponde a chi considera la sua scelta come folle: lasciare la vita lussuosa e agiata di Manhattan, una professione di ristoratrice ben avviata, e andare a vivere in Sicilia.
Dico sempre che il vero lusso è vivere immersi nella natura, stare a contatto con la campagna, seguire il ritmo lento e riflessivo della vita bucolica siciliana. New York è una vetrina, una giostra dove tutti corrono dietro qualcosa che non sappiamo cosa sia. In tutta questa corsa manca l’aspetto umano e relazionale che qui ho trovato. Non mi sono mai pentita della scelta che ho fatto e sono molto felice di essere qui.
Tornava in Sicilia ogni estate in vacanza. La prima volta negli anni Ottanta con la mamma. Come era l’Isola la prima volta che l’ha visitata e come è cambiata negli anni.
Il mio primo viaggio in Sicilia, nel 1982, è stato un viaggio pieno di emozioni che sono rimaste dentro di me per sempre. Quando tornavo negli Stati Uniti, non potevo mai dimenticare le estati trascorse nelle campagne di Sant’Anna, tra gli alberi, gli ulivi, la calura e le notti fresche. Oggi la Sicilia è al passo con i tempi dettati dalla globalizzazione ma non rinuncia alla sua autenticità, alla sua genuinità che trovo ancora soprattutto nell’entroterra siculo.
La Sicilia però è anche una terra difficile, afflitta da lentezze burocratiche e disservizi.
Ci sono molte cose che possono migliorare ma ci sono anche cose uniche che non trovi da nessuna parte. Un clima e un paesaggio unici, materie prime eccellenti, un’umanità straordinaria. Siamo nel cuore del Mediterraneo, in una terra ricca di storia e cultura.
Nel suo libro, edito da Rizzoli, cerca di raccontare la Sicilia, attraverso il cibo. Un progetto non di certo facile.
Infatti ci tengo a dire che il mio obiettivo non era quello di racchiudere tutto lo scibile sul patrimonio gastronomico siciliano. Sappiamo tutti quanto quest’ultimo sia complesso e difficile da racchiudere con pretese esaustive. Il mio testo vuole essere il frutto di sette anni di ricerca trascorsi a parlare con le donne e uomini dell’Isola, scoprire realtà nascoste. Le ricette sono quelle da me scelte perchè mi ricordano la mia infanzia e rispecchiano, secondo il mio punto di vista, la cucina tradizionale siciliana.
L’hanno definita l’ambasciatrice dell’isola perchè crea un ponte tra la Sicilia e oltreoceano parlando della terra siciliana agli americani che vogliono conoscerla
Un compito di cui sono orgogliosa e di cui vado fiera.
Da sempre ho cercato, nel mio piccolo, di fare conoscere l’Isola agli americani. Da quando con il mio ristorante curavo i party di Dolce e Gabbana a oggi, quando amici, giornalisti, scrittori, attori, chef americani, vengono a trovarmi perchè desiderosi di conoscere la Sicilia. E io li porto a scoprire una dimensione nuova, lontana dai soliti cliché ai quali Hollywood ci ha abituati a vedere la Sicilia.
Con me scoprono la Sicilia dei piccoli produttori artigianali, dell’entroterra, delle tradizioni rimaste intatte. E tutti rimangono estasiati e se ne innamorano
C’è anche una Sicilia imprenditoriale che sta crescendo. Se pensiamo alle start-up, alle aziende siciliane vinicole, alla cucina siciliana di oggi. Cosa pensa di questa Sicilia?
Penso che tutto questo è molto positivo e contribuisce a fare conoscere la realtà siciliana all’estero e a migliorare l’economia isolana.
La Sicilia ha tantissime potenzialità in tutti i campi. Ancora ha bisogno di esprimerle al meglio.
Sta lavorando al suo secondo libro. Ci può dire di cosa si tratta?
Parlerò ancora di Sicilia. Sono storie che nascono dai miei viaggi e dalle scoperte che faccio quotidianamente in questa splendida Isola.
A 22 anni aveva già aperto il suo primo ristorante Gallo Nero a Manhattan e nel 2010 ne apre un secondo Eolo, di cucina siciliana. Una laurea in antropologia, un master nella prestigiosa Scuola di Giornalismo alla Columbia e un diploma al French Culinary Institute.
Un esempio di America Dream
Certo l’America ti permette, se lavori e produci, di raggiungere i tuoi obiettivi e le tue soddisfazioni. Questo è il lato Americano che più ci affascina e che piace.
Non le manca NY?
Per niente. Non mi mancano i grattacieli, lo smog, la gente che non vuole avere un profondo contatto umano con te. Di certo NY è una città dinamica e rimane il luogo ideale per fare un certo tipo di business.
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