Oriana Bongiorno, “l’impresa è rischio e soddisfazione”. Intervista
Imprenditrice e neomamma. Poppate e pannolini di giorno, ristorante e arancini di sera. Una scommessa vinta per Oriana Bongiorno, trentenne di Marina di Ragusa che ha lasciato la carriera di ricercatrice biologa per ritornare nella sua terra, dopo un’esperienza in Australia. L’abbiamo intervistata ecco la sua storia
Da due anni circa, insieme al marito e compagno di studi Francesco Vullo, gestisce Arà, un’arancinera a Marina di Ragusa, la famosa località balneare tanto cara al commissario Montalbano.
Materie prime locali e di qualità, accoglienza, tutto per fare sentire gli ospiti a casa. Uno staff giovane per un’impresa che vuole crescere.
Un ritorno in patria che è già una scommessa vinta.
1 )Cosa ti ha portato a lasciare la tua carriera e tornare nella tua terra
scegliendo la strada dell’impresa nell’ambito della ristorazione?
Cucinare è stata sempre una mia grande passione, sin da bambina. Sin dagli anni universitari, insieme a Francesco, collega e oggi compagno, parlavamo di un progetto legato alla ristorazione. Dopo la laurea in Scienze Biologiche, abbiamo deciso insieme di andare in Australia e lavorare nel campo della ricerca, consapevoli che in Italia sarebbe stata una carriera difficile. Ma è stato proprio in Australia, che per un ricercatore di biologia è come un parco giochi perchè hai a disposizione tutti gli strumenti e le strutture più all’avanguardia, che ho capito che la vita da laboratorio non faceva per me.
Per gioco iniziai a fare catering per un numero di persone che aumentava sempre di più. Di giono in laboratorio e di sera cucinavo. Mi divertivo tantissimo.
Quando questa esperienza si è conclusa, io e Francesco, abbiamo deciso di tornare nella nostra terra e puntare sulla ristorazione. Ci si è presentata subito l’occasione di gestire un’arancineria e da lí è cominciato tutto.
2 Quali sono i punti di forza della vostra attività? Su cosa puntate per distinguervi dagli altri?
La qualità delle materie prime e di tutti i nostri prodotti ma soprattutto la gentilezza e l’accoglienza. Ci sono molti locali che offrono buon cibo ma noi vogliamo puntare sull’accoglienza per fare la differenza. Far sentire a casa i nostri ospiti è il nostro obiettivo.
1) Imprenditrice e mamma. Quali le difficoltà che una giovane incontra oggi tra carriera e lavoro?
Mi sento di dire, anche se a molti sembrerà strano, che i bambini ti danno una forza incredibile. Quando Jacopo è nato, alcuni mesi fa, pensavo che non sarei riuscita a gestire il lavoro e la maternità. Mi sento più riposata di prima anche se lavoro il doppio. Di certo, tutto questo è possibile grazie alla collaborazione e al supporto di mio marito Francesco e di tutta la mia famiglia. Mia mamma, Franz e mia nonna, sono un supporto indispensabile. La nascita di un figlio ti obbliga a rivedere e calibrare nuovi equilibri.
2) Tornando in Sicilia quali sono stati gli ostacoli, se ci sono stati, nell’avviare un’attivita’ legata alla ristorazione?
Sicuramente la burocrazia complessa, la crisi economica. Sarebbe stato di certo più facile avviare un’attività in Australia ma noi siamo voluti tornare ed investire nella nostra terra. Il nostro successo è una conferma che si può riuscire anche se a volte richiede più sforzo e sacrifici.
3) Il vostro locale si trova inserito in un circuito turistico, il territorio del ragusano, famoso per le sue bellezze barocche e
oggi anche perché set della famosa serie televisiva Il Commissario Montalbano. In che modo pensi che il territorio e la Sicilia possa crescere mettendo insieme turismo e cibo? Quali sono le strategie da adottare, secondo te?
Non ci sono grandi e complesse strategie da adottare. Abbiamo una terra meravigliosa che offre cultura, natura, storia e materie prime che non trovi ovunque. Puntare sulla qualità, accoglienza, fare sistema. Cominciare ad amare questa terra per la sua bellezza.
4) Cosa ti senti di dire alle tue coetanee che partono e a quelle che ritornano?
Consiglio di partire perchè le esperienze all’estero ti fanno crescere, ti aprono la mente e gli orizzonti. Io ho imparato molto dalla mia esperienza in Australia, conoscenze e modi che ancora oggi influenzano certi aspetti della mia vita personale e lavorativa.
Incoraggio anche chi decide di tornare. A patto peró che lo si faccia con consapevolezza, che si abbiano le idee chiare e non solo per nostalgia. Tornare non è una sconfitta ma puó essere una scommessa vinta.
5) I giovani, siciliani e non, hanno capito che l’impresa è la soluzione alla crisi del posto fisso
Credo che andare in quella direzione sia la scelta giusta. Il lavoro pubblico, per diversi motivi, oggi non ha la stessa funzione nella società rispetto al passato. L’impresa ti mette in condizioni di scommettere su te stesso, rischiare. C’è un rischio non irrilevante ma anche tante soddisfazioni e successo.
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