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Regolatore sui caloriferi, ecco come evitare la multa

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Chi vive in un condominio con impianto centralizzato dovrà entro il 31 dicembre 2016 installare sui termosifoni i regolatori. Risparmio annuale fino al 30% ma a fronte di un esborso di circa 100 Euro a calorifero.

caloriferi
Image by © Thomas Eisenhuth/dpa/Corbis

L’Italia ha da qualche giorno recepito la direttiva 2012/27 dell’Unione Europea sull’efficientamento energetico degli immobili. Si tratta di una norma che riguarderà una platea molto ampia di italiani e che potrebbe significare anche un importante esborso per la relativa messa a norma.

Entro il 31 dicembre 2016 valvole sui termosifoni

Prima di tutto la data da segnarsi in calendario (ma non dubitate che il vostro amministratore di condominio non tarderà a ricordarvelo in assemblea, se non l’ha già fatto): 31 dicembre 2016. In sostanza si ha tempo ancora poco più di un anno per installare sui propri caloriferi le valvole di regolazione, quei dispositivi che permettono di spegnere o abbassare il calore prodotto da ogni singolo elemento che riscalda la casa (e tengono conto del relativo consumo).

Importante: l’obbligo riguarda solamente i condomini con impianti centralizzati, quindi non dovrete fare nulla se abitate in una casa di proprietà o se non vostro condominio sono installati già impianti autonomi.

L’obiettivo della legge è chiaramente legato al risparmio energetico (e al risparmio tout court) quindi anche la spesa iniziale potrà essere gradualmente bilanciata da una diminuzione dei consumi stimabile tra il 5% e il 30-35% nell’arco di un anno.

Costi? Sul centinaio di euro a calorifero

Adattare gli elementi esistenti inserendo la valvola di regolazione ha un costo che dipende dal diametro delle valvole, dagli interventi che si possono dover fare sugli attacchi, dal costo delle valvole stesse. Indicativamente ci muoviamo in un range compreso tra gli 80 e i 110 euro a elemento.

Sanzioni fino a 2500 euro

Saranno le regioni a stabilire autonomamente gli importi delle multe per chi entro la fine del 2016 non si adeguerà alla normativa. La sanzione prevista andrà comunque da un minimo di 500 euro ad un massimo di 2500 euro.

Si continuerà ancora a pagare in millesimi il riscaldamento condominiale?

No, o almeno non del tutto. Si continuerà a pagare una parte del riscaldamento in base ai millesimi dato che il nuovo sistema avrà comunque dei costi fissi legati alla manutenzione della caldaia condominiale e alla parte di calore che “naturalmente” si perde nell’impianto.

Questa quota però non potrà superare il 50% del totale e le assemblee di condominio stabiliranno la ripartizione tra parte fissa e parte “a consumo”. I dati raccolti dai singoli termosifoni con i contatori di calore, poi, stabiliranno la quota a consumo che sarà “effettiva”, in base cioè a quanto si andrà realmente a consumare.

Ricordiamo che la normativa (DPR 26 agosto 1993) stabilisce anche una temperatura massima che si può tenere nelle abitazioni e nei luoghi pubblici o di lavoro. Per gli immobili dove si svolgono attività industriali e artigianali il massimo è di 18 gradi (con tolleranza di 2 gradi). Per tutti gli altri edifici il massimo è di 20 gradi (sempre con tolleranza di 2 gradi).

Chi ci guadagnerà?

Ovviamente chi non esagererà con le temperature domestiche. Ma in piccola parte anche chi avrà alcune “fortune” di collocazione nel condominio: non avere intorno a sé appartamenti vuoti (e quindi non riscaldati), non abitare al primo piano.

In generale però poter stabilire in autonomia la temperatura di casa e dei singoli locali, magari escludendo quelli che per larga parte della giornata non sono abitati, sarà un vantaggio e un elemento di indipendenza rispetto agli altri condomini e alle loro abitudini.

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