Scarabocchiando, la rete dei nidi famiglia più vincente d’Italia. Intervista alla fondatrice Katiuscia Levi
Scarabocchiando è l’esempio concreto di un business sociale che oggi da lavoro a 70 mamme, abbiamo intervistato la fondatrice, ecco cosa ci ha raccontato.
Compie 10 anni di vita l’Associazione “Scarabocchiando”, una rete di nidi famiglia che da Fiumicino si è diffusa in tutto il paese grazie alla determinazione di una madre, Katiuscia Levi e di suo marito Paolo Costarelli. Da qualche anno l’associazione è attiva su tutto il territorio nazionale con oltre 170 nidi famiglia affiliati e funziona attraverso lo strumento delle convenzioni, ovvero particolari requisiti di ospitalità riservati ai bambini da 0 ai 3 anni.
Ogni abitazione familiare può trasformarsi così in un asilo nido, la retta è variabile e cambia da regione a regione: a Roma, per esempio, un full time dalle 07,30 alle 16,30 non supera i 350 euro mensili. Oggi “Scarabocchiando” è una delle realtà più interessanti nel settore dei servizi all’infanzia, “l’associazione continua ad ingrandirsi e ad assumere – dice Katiuscia Levi, presidente dell’associazione – ad oggi abbiamo circa 70 mamme con contratto a tempo indeterminato.
E’ stata un’idea vincente a tutti gli effetti: a me e a tutte le mamme che partecipano al progetto ha cambiato la vita, a far funzionare da subito le cose è stato il rapporto umano instaurato con le altre madri e lo staff di Scarabocchiando composto da pedagogisti, psicologi, educatrici e maestre. Non si tratta soltanto di business ma piuttosto di un’associazione di solidarietà familiare in rete”.
Ricorre il decennale della vostra associazione: ripercorriamone i momenti salienti, a partire dalla nascita di Scarabocchiando.
Oggi mio marito ed io amministriamo e coordiniamo l’intera rete da Fiumicino dove avevamo fondato il primo nido famiglia dell’associazione. Prima di lanciarmi in questa attività lavoravo con i disabili. Dopo essere rimasta incinta della mia quarta figlia, io e mio marito, prendendo atto delle difficoltà di conciliare le esigenze familiari a quelle lavorative, abbiamo fatto di necessità virtù: l’asilo nido ci costava tantissimo e possedendo una sola macchina da condividere in base ai miei turni e a quelli di mio marito la vita era diventata impossibile, inoltre proprio in quel periodo sono stata trasferita in una scuola lontana dalla mia residenza.
Così ho deciso di dare le dimissioni nella scuola per cui lavoravo cercando di avviare il progetto dei nidi famiglia. La motivazione principale è stata quella di rientrare nel mondo del lavoro, chi vuole diventare madre in Italia gode di poche agevolazioni. La nostra è stata anche una risposta concreta ad uno stato di necessità che riflette il trattamento delle donne incinte nel mercato del lavoro italiano. Così è stato per me e per molte donne che oggi gestiscono i nidi famiglia di Scarabocchiando. L’idea è nata quindi da una difficoltà oggettiva sul lavoro e da una passione: aprire la propria casa ad altri bimbi.
Come funziona materialmente un nido famiglia, tutte le madri possono potenzialmente aprirne uno?
Diciamo di si, alcune regioni richiedono il titolo di studio, altre no. Una mamma può all’interno della propria casa attivare un nido famiglia. Funziona come un servizio di babysitteraggio al contrario.
La mamma mette a disposizione la propria casa, la adatta, la rende un pochino più colorata, a misura di bambino e ospita non più di 6 piccoli. La casa con i suoi spazi deve rimanere esattamente quella che è senza sconvolgimenti. Di solito si mette a disposizione il soggiorno si leva di mezzo tutto quello che potrebbe essere pericoloso, si acquista qualche tavolino, un tappeto, dei giochi, niente che possa cambiare veramente le abitudini e la struttura della casa.
Anche per il bagno non sono richiesti servizi igienici particolari come negli asili nido. Fermo restando che non esiste una normativa nazionale sulla materia ci muoviamo in base ai regolamenti comunali. Per entrare nella rete di Scarabocchiando non ci sono requisiti particolari. Selezioniamo madri laureate e facciamo seguire loro un corso di formazione di una settimana con i nostri specialisti, poi scatta il tirocinio di almeno un mese all’interno di un nido famiglia già in attività, infine si è pronte a gestire il proprio nido famiglia.
Fornite servizi innovativi per l’infanzia: che attività svolgete all’interno del nido famiglia e che forma pedagogica prediligete?
Abbiamo una nostra pedagogista che organizza un programma didattico personalizzato per ogni nido famiglia rispettando l’età dei bambini accolti. Non abbiamo quindi un progetto uguale per tutti, esso viene studiato al momento dell’apertura del nido. Oltre a ciò realizziamo tanti laboratori, lavoriamo molto con la musica e il metodo Gordon che consiste in tecniche di educazione musicale per migliorare la comunicazione, promuoviamo laboratori di yoga, di pittura, di manipolazione dei materiali.
Che tipo di genitori vi affidano i figli e che tipo di genitori si lanciano nell’impresa a fianco di Scarabocchiando?
Inizialmente erano dei genitori disperati che arrivavano da noi dopo averle provate tutte. Attualmente c’è proprio una selezione dietro alla scelta di affidarci i loro figli, i genitori scelgono Scarabocchiando perché ci tengono all’attenzione e alla cura del proprio figlio in ogni sua sfaccettatura: preferiscono pagare di più perché si tratta sempre di un servizio privato. Sono madri e padri esigenti e molto coinvolti dalle attività svolte nei nostri nidi-famiglia.
Per quanto riguarda i genitori che chiedono di entrare nella nostra rete e aprire un nido si tratta soprattutto di madri disoccupate, maestre o educatrici. Mamme che hanno perso il posto di lavoro a causa della gravidanza o della crisi economica con una necessità quindi di lavorare ma qualificate e con una grande passione per l’infanzia, molte sono laureate in scienze dell’educazione o in psicologia. Per loro si tratta quindi di rimettersi in gioco.
In che cosa è diversa la vostra rete rispetto agli altri nidi e che opinione hai del sistema dei nidi pubblici e privati in Italia oggi?
Da noi c’è sicuramente una cura e un’attenzione maggiore verso il bambino. Di solito ogni nido è seguito e gestito da due mamme quindi calcolando che in ogni nido ci sono 6 bambini il rapporto è di uno a tre. In un asilo comunale si contano facilmente 60-70 piccini seguiti da pochissime educatrici. Non mi permetterei mai di giudicare delle strutture che hanno cresciuto anche le mie figlie ma se potessi tornare indietro, conoscendo la situazione dei nidi pubblici, opterei per il nido-famiglia. In generale, poi, è diverso l’approccio: il bambino che entra nei nostri nidi soffre di meno il distacco dai genitori, l’ambiente è più ristretto e intimo, il rapporto che si instaura è più umano.
Avete mai seguito figli di coppie omosessuali? Vi metterebbe in difficoltà?
No, ancora non è successo e non avremmo nessun problema in proposito. Abbiamo però avuto un nido-famiglia gestito da una coppia lesbica. Era fra i nidi più gettonati del nostro network, portato avanti con una professionalità rara e ha funzionato per 4 anni. Era stato aperto da una nostra psicologa e dalla sua compagna.
Quali sono i vostri prossimi traguardi e le prospettive future di Scarabocchiando?
Consolidare e allargare la nostra rete prima di tutto. Ma ci piacerebbe anche entrare ancora più in profondità nell’ambito sociale, per aiutare i cosiddetti nuovi poveri. Ci piacerebbe fare qualcosa per quella brava gente che ha subito la crisi, la perdita del lavoro e si trova a dover crescere i figli in povertà.
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