Si chiama Abigail ed è la donna che gestisce più soldi al mondo
Abigail Johnson, amministratrice della più grande società di gestione del risparmio al mondo nelle cui casse ci sono 4.900 miliadi di dollari, cioè l’equivalante dell’economia italiana e quella inglese sommate. Ma lei che tipo è? Una molto seria e molto professionale.

Tra il 2013 e il 2014 il suo patrimonio è aumentato passando da 12,7 miliardi di dollari a 17,3 miliardi di dollari, portandola a essere una delle persone più ricche del mondo. Si chiama Abigail Pierrepont “Abby” Johnson ed è la presidente e amministratrice della Fidelity Investments. Nella lista di Forbes delle donne più potenti al mondo è al posto numero 34, ma “Abby”, così come viene chiamata, è la donna che gestisce più soldi al mondo.
Non pensate a un portafoglio enorme: si tratta di servizi finanziari, fondi pensionistici, gestione del risparmio. La società è stata portata al successo da suo padre Edward C. Ned Johnson III, che a sua volta aveva ricevuto il testimone da suo padre, il nonno di Abigail, che l’aveva fondata nel 1946.
Stiamo parlando di cifre talmente grandi che è difficile capirle. Per fare un paragone con le economie nazionali, pensate che nelle casse gestite da Abigail Johnson ci sono circa 4.900 miliardi di dollari. Vuol dire sommare l’economia italiana a quella inglese. Come farà a dormire sonni tranquilli?
Di sicuro c’è abituata: dopo la laurea ad Harvard ha sempre lavorato nell’azienda di famiglia. ha 53 anni, è sposata dal 1988, ha due figli e chi la conosce la definisce molto introversa, dedita esclusivamente al lavoro. Ha il tipico aspetto da prima della classe, vestiti sobri, occhiali da studentessa, sorriso serio e professionale. Da non confondere assolutamente con la sua quasi omonima, la pornostar Abigaile Johnson, bellissima ma molto meno sobria di “Abby”. Tra le altre caratteristiche di questa vera e propria donna di potere, la scelta di portare avanti la linea di famiglia: la Fidelity non è quotata in borsa ed è controllata dalla famiglia (che la possiede al 49%) e dagli azionisti, che sono anche i dipendenti.
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