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Un’impresa di 16 metri quadri: il caso della libreria dentro il mercato Prati di Roma

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“L’Italia è un paese dove è difficile fare impresa. Ma è anche pieno di idee, fermento, creatività e passione”. Abbiamo intervistato Paola Pinto e Michela Mascioli, due donne imprenditrici che hanno aperto una libreria all’interno di uno dei box del mercato Prati di Roma. Libri sul cibo, tra patate, pesci e zucchine. Perché, dove c’era una difficoltà, “noi abbiamo visto una sfida”.Racconti di gusto

La necessità aguzza l’ingegno. La mente intelligente di fronte a una difficoltà sa trovare non solo una soluzione, ma addirittura un’occasione. E’ il caso della libreria “Racconti di gusto”, aperta in uno dei box del mercato Prati di Roma da due donne, Paola Pinto e Michela Mascioli, una in precedenza legale di una banca, l’altra proveniente da un’azienda del settore media TV, ma entrambe con la passione dei libri. I problemi erano tanti: le difficoltà nell’aprire una grossa libreria, gli affitti proibitivi, la burocrazia, la concorrenza delle grandi catene… In tutto questo, come ci dicono nell’intervista, “noi abbiamo visto una sfida”. Quindi ecco nascere una piccola libreria (il box è grande 16 metri quadri) tematica. E quale poteva essere il tema, se non quello del cibo? Abbiamo parlato di com’è nata quest’attività, di come sta andando e in generale del mondo impresa in Italia con Paola Pinto, una delle due protagoniste di questa originale attività.

Partiamo dalla domanda più ovvia… Com’è successo che una libreria sia finita dentro un mercato?

L’occasione è stata un’amica che prima di noi aveva aperto qui all’interno del mercato Prati una piccola boutique e che ha pensato che sarebbe stato utile, per aumentare il flusso di persone, avere più attività “diverse” che potessero attirare un pubblico più ampio.
La ragione sottostante è che gli affitti dei negozi su strada a Roma sono proibitivi, soprattutto nelle strade più commerciali, mentre l’investimento in una concessione per il Mercato è sostenibile.
In più il progetto era già focalizzato sulla libreria specializzata sul cibo e quindi la location ci è sembrata perfetta.

Che tipo di clientela avete?

Ovviamente la nostra clientela, quella a cui puntiamo, è quella degli appassionati di cucina e di cibo in generale, chi si interessa all’alimentazione, i professionisti: cuochi, studenti, foodblogger, foodwriter.

In più c’è la clientela del Mercato che ci scopre venendo a fare la spesa (a noi è anche piaciuta molto l’idea di portare i libri nella quotidianità delle persone), e i turisti soprattutto stranieri che amano molto i mercati (e infatti abbiamo anche libri in lingua straniera).
Il quartiere Prati è poi un quartiere che attira appassionati del settore per la presenza di negozi di gastronomia storici, e di locali e ristoranti.

Come mai avete deciso di fare una libreria tematica?

Competere con le grandi librerie di catena con una libreria generalista è molto difficile, per via delle dimensioni dell’assortimento, e di conseguenza dello spazio fisico libreria, e delle politiche di sconti. Allora la specializzazione diventa un modo per offrire qualcosa di diverso, sia nella scelta dei titoli e degli editori, ma soprattutto nell’esposizione e promozione dei libri.

La specializzazione in enogastronomia è nata dall’aver visto che il cibo è un tema che sempre più negli ultimi anni ha acquistato importanza, e anche dal fatto che a Roma non esisteva una libreria indipendente specializzata in questo campo (esistono ovviamente corner dedicati in altre librerie ma siamo l’unica libreria indipendente dedicata a questo tema). Oltre a un interessantissimo catalogo di libri abbiamo poi deciso di inserire un settore piccolo ma nutrito di gadget legati al mondo del cibo e della cucina e alcuni prodotti dolciari di nicchia: cioccolata di altissimo livello, torrone, nocciole etc

Si parla sempre della crisi delle piccole librerie e del dominio delle grosse catene. Dunque perché aprire una piccola libreria?

Il progetto fino a qualche anno fa era di aprire una libreria di grande metratura, ma il problema degli affitti lo ha reso impraticabile (problema degli affitti che ultimamente ha colpito anche le grandi librerie di catena). E allora si era già fatta strada l’idea che in fondo forse “piccolo è bello”, e che appunto come dicevo sopra, inseguire le grandi catene sul loro terreno forse era sbagliato. E che anche un posto piccolo ma con un assortimento di qualità, un servizio di ordini e ricerca dei titoli, attività interessanti e soprattutto il contatto tra librai e clienti con la costruzione nel tempo di un rapporto meno impersonale di quello che si riesce ad avere nelle grandi librerie potevano essere dei punti a favore, soprattutto per una libreria specializzata.

La scelta poi è stata obbligata perché noi siamo in uno dei “box” del mercato e la metratura è di 16 mq. Forse è un azzardo, ma noi l’abbiamo presa come una sfida, un esperimento che si poteva tentare. Cerchiamo di avere molti titoli e molti editori, ma poche copie per titolo, con velocità di riassortimento.

La libreria non è più solo un posto dove vendere libri ma sempre di più un luogo di aggregazione dove fare eventi, concerti, reading, ecc. Anche voi andate in quella direzione?

Anche Racconti di gusto va in quella direzione, con l’ambizione di diventare nel tempo un punto di riferimento per i propri clienti, una sorta di “caffè letterario” dove ritrovarsi per scambiare opinioni, raccontarsi storie, suggerirsi letture.
Abbiamo già iniziato questo percorso con diverse presentazioni tematiche, legate al tema del cibo e della cucina ma non solo. Libri e storie diverse tra di loro, sul cibo ma anche su Roma e sugli animali rivolgendoci ai bambini.

Per la primavera poi abbiamo in programma l’organizzazione di mini corsi tematici su argomenti sempre in qualche modo legati ai libri, al cibo e al mondo dell’enogastronomia, come ad esempio la possibilità di realizzare piccoli orti casalinghi, come fare una spesa intelligente conoscendo i prodotti di stagione ecc.

Quali sono state le sue precedenti esperienze? Cosa ha imparato dalle sue altre attività?

Entrambe svolgevamo tutt’altro lavoro. Io (Paola) ero un legale per il settore finanza di una banca; però negli anni in cui coltivavo questa idea/sogno della libreria ho frequentato i corsi della Scuola per Librai Mauri a Milano, e un paio di corsi presso l’Editore Minimum Fax. Michela è la donna dei numeri: dopo aver lavorato nel mondo della consulenza direzionale ha fatto il Direttore Pianificazione e Controllo di un’azienda del settore media TV. I libri però sono sempre stati la sua passione e si è fatta quindi convincere facilmente a seguire questo affascinante progetto.

Dalle precedenti attività abbiamo imparato la disciplina e il rigore di un lavoro “tradizionale” con le sue regole, le sue scadenze e i suoi impegni quotidiani, nonché la capacità di valutare un business nella sua interezza, cose che aiutano molto quando si prova a fare l’imprenditore; ma anche e forse soprattutto a guardare oltre, ad ampliare gli orizzonti e gli spazi senza paura

Secondo voi l’Italia è un buon posto dove fare impresa?

L’Italia è un paese complicato dove è difficile fare impresa. Abbiamo sperimentato personalmente le complessità legate all’apertura di un piccolo esercizio commerciale, per lo più dovute a lungaggini e burocrazia. E’ anche un paese pieno di idee e di fermento, di creatività e di passione. Puntare su questi valori è fondamentale perché sono i nostri punti di forza e di distinzione, quelli che ci caratterizzano e sui quali vale la pena puntare sempre.

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